In una tranquilla valle circondata da imponenti catene montuose, sorgeva un piccolo villaggio montano chiamato Alpina. Gli abitanti di Alpina erano noti per la loro profonda saggezza e il loro forte senso di comunità. Tra le montagne, avevano una tradizione unica: la “Montagna delle Azioni”.
La Montagna delle Azioni era una montagna sacra nel cuore del villaggio. Ogni membro della comunità, al compimento del diciottesimo anno, era tenuto a scalare la Montagna delle Azioni. Non era una scalata ordinaria, ma un rituale che richiedeva ai giovani di dimostrare il loro impegno verso la comunità e il loro desiderio di contribuire al bene comune.
Prima di intraprendere il viaggio verso la Montagna delle Azioni, ogni giovane doveva riflettere su ciò che significava per loro la locuzione latina “Acta Non Verba”. Dovevano scrivere una lettera a se stessi, esprimendo i loro propositi e impegni per contribuire alla comunità attraverso azioni concrete. Questa lettera sarebbe stata aperta solo una volta raggiunta la vetta della montagna.
La scalata alla Montagna delle Azioni non era una passeggiata nel parco. Il sentiero era ripido e pieno di sfide. Lungo il percorso, i giovani si confrontavano con prove che richiedevano determinazione, coraggio e compassione. Dovevano aiutarsi a vicenda e dimostrare la loro dedizione non solo attraverso le parole, ma soprattutto attraverso le azioni.
Arrivati in cima alla Montagna delle Azioni, i giovani aprirono le lettere che avevano scritto a se stessi. Leggere le proprie parole, scritte prima dell’avventura, era un momento di profonda riflessione. Ciascuno si ricordava dei suoi propositi e degli impegni presi.
Ma l’esperienza non finiva lì. Ogni giovane doveva scegliere un’azione concreta da compiere a beneficio della comunità e metterla in pratica. Potrebbe essere la costruzione di un nuovo ponte per facilitare il passaggio tra i villaggi vicini o l’organizzazione di eventi culturali per rafforzare la coesione tra gli abitanti.
La tradizione della Montagna delle Azioni aveva un profondo impatto sulla comunità di Alpina. Gli abitanti di questo villaggio montano comprendevano veramente il significato di “Acta Non Verba”. Non erano solo parole vuote, ma l’essenza stessa del loro impegno verso il bene comune.
La Montagna delle Azioni divenne un simbolo della forza della comunità e della capacità di tradurre le parole in azioni concrete. In questo villaggio montano, le azioni parlavano più forte delle parole, e la Montagna delle Azioni era la testimonianza tangibile di questo principio.

Nella valle di Alpina, i giovani villaggi iniziano la loro salita simbolica sul sacro ‘Monte delle Azioni’. La scena raffigura il loro viaggio, segnato da sfide e supporto reciproco lungo il ripido sentiero. Incarna il loro impegno per ‘Acta Non Verba’, con il monte che incombe sullo sfondo come simbolo della forza e della dedizione della comunità. La salita del monte non è solo un’ascensione fisica, ma anche spirituale e comunitaria. Mentre navigano il terreno insidioso, i villaggi si affidano l’uno all’altro per incoraggiamento e assistenza, rafforzando i legami di unità e scopo condiviso all’interno della comunità. Il monte, con la sua imponente presenza, funge da costante promemoria della resilienza e determinazione dei villaggi mentre si sforzano di sostenere i principi di ‘Acta Non Verba’ nella loro vita quotidiana. Il simbolismo del monte si estende oltre il paesaggio fisico, rappresentando i nobili obiettivi e le aspirazioni della comunità, esortandoli a continuare a cercare traguardi sempre più elevati. La narrazione della loro salita sul ‘Monte delle Azioni’ è un’allegoria senza tempo della forza collettiva, della perseveranza e del impegno incrollabile per gesti significativi piuttosto che mere parole.
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