“Avventura e Fortuna” di Tristan Corbière: Un Viaggio Poetico tra I Grovigli dell’Esistenza

Introduzione:

Tristan Corbière, figura enigmatica e ribelle della poesia simbolista, ci conduce attraverso un viaggio avvincente con la sua poesia “Avventura e Fortuna”. In questo articolo, esploreremo le intricanti profondità di questa composizione, analizzando come Corbière intrecci magistralmente avventura e fortuna, esplorando le sfumature della vita e dell’esistenza umana.

L’Inizio del Viaggio:

“Quando è bel tempo, batto i marciapiedi, un bastone sotto il braccio, il cappello in testa…”

La poesia si apre con un ritratto di quotidiana ambulante, un individuo che percorre i marciapiedi con un bastone sotto il braccio e il cappello in testa. Corbière, con questa immagine immediata, ci trasporta nella vita ordinaria, preparandoci al viaggio che sta per iniziare.

La Trama della Vita:

“Il vento mi gonfia il mantello, mi gonfia il petto come una vela, la pioggia mi frusta…”

Corbière dipinge un quadro dinamico, con il vento che gonfia il mantello e il petto come una vela, mentre la pioggia flagella. Queste immagini mettono in evidenza la complessità della vita, con le sue sfide e le sue esperienze, come i diversi elementi atmosferici che modellano il nostro cammino.

L’Avventura dell’Esistenza:

“Che bravo diavolo sono! Mi fanno la corte i poeti, gli innamorati mi cantano le sere al lume di candela.”

Corbière sottolinea la sua avventura personale, vantandosi dell’ammirazione dei poeti e degli innamorati. Questa prospettiva rivelatrice mette in luce il suo approccio scherzoso e sicuro di sé alla vita, evidenziando l’aspetto avventuroso e spregiudicato della sua esistenza.

Il Gioco di Fortuna:

“Ma la Fortuna fa la cieca, mi rifila pugni in faccia, che cosa voglio farci?”

Il poeta riconosce l’influenza imprevedibile della fortuna, descrivendo come questa gioca a fare la cieca e talvolta gli infligge pugni in faccia. Questo passaggio introduce una nota di realismo, mostrando che, nonostante l’avventura, la fortuna può essere capricciosa e imprevedibile.

Il Confronto con l’Assurdità:

“E il mio bastone è scomparso nella testa di quel burattino, là, tra i suoi cordoni.”

Corbière utilizza un’immagine di un burattino per descrivere il modo in cui la sua identità sembra essere inghiottita o manipolata dalla vita stessa. Questa rappresentazione mette in evidenza il conflitto tra l’individualità e le forze che cercano di controllarla.

La Ricerca di Significato:

“E io giro per le vie col vento e il vento mi gonfia la vela senza sapere dove vado.”

Il poeta continua a vagare per le strade, senza una meta chiara, spinto dal vento che gonfia la sua vela. Questa immagine evoca una ricerca di significato, un viaggio esistenziale senza una destinazione prefissata.

La Poesia come Compagna:

“Vengo dal paese delle poesie: laggiù i poeti cambiano il cielo secondo il loro capriccio.”

Corbière rivela di provenire dal “paese delle poesie,” dove i poeti hanno il potere di cambiare il cielo secondo il loro capriccio. Questa affermazione sottolinea il potere della poesia come compagna di viaggio e strumento di trasformazione della realtà.

La Conclusione della Poesia e dell’Esistenza:

*”La mia vita si muove, il mio viaggio si muove,
si

muove per un capriccio, come un gran tamburo,”*

Corbière conclude la sua poesia sottolineando la dinamicità della vita e del viaggio, entrambi in movimento per un capriccio, come un gran tamburo. Questa immagine finale suggerisce il ritmo incessante dell’esistenza, la continua avventura che è intrinseca nella condizione umana.

Conclusioni: Avventura e Fortuna di Tristan Corbière – Un Caleidoscopio Poetico dell’Esistenza:

In conclusione, “Avventura e Fortuna” di Tristan Corbière ci offre un caleidoscopio poetico dell’esistenza, intrecciando elementi di avventura e fortuna attraverso l’immagine di un ambulante errante. Il poeta ci invita a esplorare la complessità della vita e a confrontarci con la fortuna imprevedibile che guida il nostro cammino. Questa poesia rimane un affascinante viaggio letterario che ci spinge a riflettere sulle molteplici sfaccettature della nostra stessa esistenza.


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